Giovanni Pio Gravina spiega gli errori comuni nel marketing aziendale

Giovanni Pio Gravina spiega gli errori comuni nel marketing aziendale

Non c’è alcun dubbio che il marketing aziendale rivesta un ruolo fondamentale per il successo commerciale di una qualunque impresa. Infatti, grazie a strategie mirate e ottimamente pianificate, un’azienda può ottenere diversi obiettivi: crescita, acquisizione di nuovi clienti, mantenimento di relazioni solide con i clienti acquisiti da tempo, maggiore conoscenza del brand ecc.

Tuttavia, non è infrequente che vengano commessi errori che inficiano l’efficacia di una campagna.

Con l’aiuto di Giovanni Pio Gravina, uno dei massimi esperti italiani di marketing e consulente MarTech, cercheremo di individuare quelli più comuni.

Mancanza di una strategia chiara

Il marketing aziendale è una disciplina complessa e se si vuole che una campagna di marketing centri i suoi obiettivi è necessaria una strategia chiara e ben definita. In caso contrario le campagne possono risultare del tutto inefficaci e insoddisfacenti.

Una strategia di marketing ben concepita dovrebbe innanzitutto contemplare obiettivi specifici (quali sono gli scopi che ci si prefiggono? Aumentare le vendite? Migliorare la conoscenza del brand? Entrare in un nuovo mercato? Ecc.). Solo avendo ben chiaro ciò che si vuole ottenere si può pianificare una campagna in modo corretto.

Una campagna ben strutturata deve anche prevedere un’attenta analisi del mercato di riferimento, della concorrenza e dei trend attuali. Inoltre è necessario identificare i segmenti di mercato più rilevanti in modo da adattare la campagna alle loro specifiche esigenze.

Non conoscere in modo approfondito il proprio pubblico di riferimento

Ogni azienda, spiega Giovanni Pio Gravina, dovrebbe conoscere approfonditamente il proprio pubblico di riferimento, ma varie aziende non investono le risorse e il tempo necessari a comprendere appieno le esigenze del proprio pubblico target. Come facilmente si può intuire, questo è un errore che può portare a messaggi generici e, come tali, scarsamente efficaci.

Si dovranno quindi usare sondaggi e strumenti di analisi dei dati che aiutino a comprendere appieno le preferenze, le esigenze e i comportamenti del proprio target di riferimento.

Non considerare le strategie di marketing digitale

Potrà sembrare strano, ma vi sono ancora aziende che optano esclusivamente per strategie di marketing tradizionali ignorando quelle di marketing digitale. Ciò comporta la perdita di opportunità significative; non dimentichiamoci infatti che oggi il digitale domina sempre di più il panorama del marketing.

Perché quindi non investire in strategie come SEO (search engine optimization), SEM (Search Engine Marketing), uso delle varie piattaforme social, e-mail marketing e via discorrendo?

Mancata analisi dei risultati delle campagne

Un errore piuttosto comune che viene commesso da alcune aziende è quello di non monitorare e soprattutto non analizzare i risultati delle campagne di marketing. Senza una corretta analisi dei risultati è di fatto impossibile comprendere cosa ha funzionato e cosa no, così da poter apportare le correzioni e le modifiche opportune.

Per un’analisi corretta è importante implementare indicatori di prestazioni chiave (KPIs, Key Performance Indicators), utilissimi per misurare il successo di una campagna. Sono altresì utili anche strumenti di analisi come per esempio Google Analytics, social media insights ecc.

Tutti questi strumenti consentono di creare report grazie ai quali si possono individuare con precisione i punti di forza delle campagne e le aree di possibile miglioramento.

In conclusione – chiosa Gravina – evitare questi errori può fare la differenza tra una campagna marketing di successo e una campagna, se non fallimentare, comunque mediocre.